“Quando acquisisci un sapere, non puoi più tornare indietro. Si può solo decidere o di ignorarlo o di tenerlo per sé. Oppure custodirlo come un tesoro”.
Ricerco nel e con il corpo e, a partire dal cuore, desidero mettere a disposizione ciò, che da anni, mi nutre nel profondo. Gli studi, le pratiche e le passioni hanno creato una fitta rete di conoscenze dal/per/e con il corpo: vie infinite, molteplici e in continua evoluzione. Nel tempo, le strade tracciate, hanno formato un mondo che amo condividere: il pianetaSOMA, uno spazio nato per offrire ascolto, attenzione, dialogo e sensibilità ai corpi che abitiamo.
Mi piace tracciare nuove strade e esplorare le vie del corpo insieme ad altri umani.
Sono diplomata (e in continua formazione) presso Rhizoma/le pratiche dell’ascolto. Scuola di formazione in Educazione del movimento somatico a orientamento eco-somatico e artistico condotta da Cinzia Delorenzi.
A questa scuola, alla mia maestra e ai miei compagni di viaggio, devo la mia metamorfosi.
Un altro grande ringraziamento va ai miei maestri di danza, teatro e alla pedagogia teatrale e che si rivela sempre un potente mezzo di trasformazione e crescita. Uno strumento senza età.
Così come ai miei coach dell’associazione ParkourWavedi Bergamo, in primis il grande Gato, che hanno spalancato le porte del corpo e dell’ambiente.
Nella mio oggi, ciò che sento di convidere ora riguarda principalmente quattro aree: la somatica, l’ecosomatica, l’embodiment, la pedagogia teatrale.
UAH è la parola originaria egiziana per designare la parola OASI.
UAH, letteralmente abitazione/luogo abitato è il nome attribuito a certi luoghi di bella vegetazione, sabbia, acqua.
Le UAH sono situate nei deserti come le isole in mezzo al mare.
UAH è luogo di armonia e riposo, salvezza in alcuni casi.
Quando creo con il corpo in dialogo con l’ambiente si crea una UAH, la mia oasi: uno spazio di pace e ristoro per chi la abita, per chi assiste, per chi passa. Un cerchio di libero respiro.
UAH nasce dal desiderio di entrare sempre di più in contatto con l’ambiente antropico e naturale in un continuum tra dentro e fuori, in un dialogo immaginifico e incarnato. Come umani siamo parte di questo ecosistema e possiamo comunicare, sempre e ancora di più. Possiamo fare poesia.
Il desiderio di UAH è che i corpi, il dialogo, la danza, la creazione e la vicinanza possano davvero essere OASI di bellezza all’interno delle comunità e dei territori.
Il progetto UAH si svolge in forma itinerante, in residenze artistiche dai 3 giorni ai 7 in luoghi privati e pubblici, antropici e naturali. E’ previsto un momento di restituzione finale e dei piccoli atelier per la comunità accogliente.
Al momento sono coinvolti Margherita Tassi e Giuseppe Asaro in forma professionale. Ogni luogo che ospiterà UAH, sarà in stretta comunicazione con il luogo e la comunità e pertanto è previsto il coinvolgimento di altre persone e parternariati. Abbiamo già avviato il dialogo con TERZO SPAZIO verde condiviso e La bottega di GANDRIA.
Ogni residenza è a sé. Ogni spazio diventa una UAH: vive un momento di metamorfosi artistica, in un profondo ascolto tra luogo, perfomer e comunità.
Il progetto si svolgerà prevalentemente in Ticino, per entrare e dare risalto al patrimonio tanto artistico-perfomativo quanto dell’ambiente stesso e delle comunità che vi abitano.
Al contempo sono previste residenze in altri Cantoni e Stati dell’UE, per entrare in contatto con diverse dimensioni ambientali.
SE VUOI OSPITARE UNA RESIDENZA UAH, chiamami, sarò felice di organizzare con te!
CHIAMAMI o scrivimi, sarò felice di organizzare con te!
Mi dedico alla pedagogia sociale a indirizzo artistico da tanti anni e sono specializzata nella creazione di progetti performativi in contesti di fragilità.
La pedagogia è un mondo che mi accompagna da sempre ed è per me motivo per andare sempre più a fondo della poesia dell’umanità dei corpi che abitiamo.
La fragilità che noi tutti incarniamo alle volte si fa più evidente ed è proprio lì che è possibile schiudere una poetica, che possa sanare e guarire, attraverso il fare, esplorando l’infinito mondo che ognuno di noi porta con sè.
L’alterità è ciò che mi ha domandato in forma pulsante l’accoglienza di me e di te attraverso l’ascolto. Scoprire che io sono l’altro per l’altro. Nel tempo l’accento si è spostato sulla parola fragilità, nella quale è possibile riconoscere una caratteristica umana, di tutti, e non la condizione eccezionale di qualcuno. Una parola, fragilità, che pone nell’ascolto, nella ricerca dell’umanità dell’altro. Io e te possiamo stare insieme in un atto creativo, ognuno nella propria presenza fragile, attraverso il fare, attraverso i corpi, attraverso l’ascolto. Possiamo fare poesia. Provarci perlomeno. Senza scrupoli, senza giustificazioni, senza bisogno di protezione, senza negoziazioni. Senza etichette.
Predispongo progetti di formazione per docenti nelle scuole dell’obbligo e svolgo laboratori all’interno delle classi regolari e speciali.
Il teatro e l’espressività legata al corpo sono dei potenti canali che possono aiutare a creare un clima in cui tutti possano sentirsi bene e facenti parte della stessa realtà.
La natura mi concede la possibilità della metafora. Di sentirmi creatura di questo ecosistema, come un albero, un granello, un fungo. Sento il lusso di esprimere lo spazio della poesia con il movimento, con un passo avanti l’altro e la contemplazione. Ho il desiderio (e il compito) di condividere con altri esseri umani questo percorso.
ESSERE BOSCO pratiche di ecosomatica
ESSERE BOSCO pratiche di ecosomatica Gli incontri svolgeranno nei Boschi del Malcantone tutte le domeniche di autunno a partire dal 22 settembre fino al 27 ottobre 2024. Esploreremo il corpo e il movimento in relazione alla stagione, che tutto deposita alla terra, cambia forma e colori. Incontreremo il vivente, il nostro essere natura.
Breve camminata dal parcheggio
Contemplazione e silenzio in cammino
Pratiche di movimento dolce e ascolto da soli, in coppia, in gruppo
Cerchio di scambio A fine pratica è previsto un momento conviviale, se vorrai puoi portare una pietanza da condividere. Ev. note: Sarà inviata la posizione per il parcheggio (che sarà comodo) tra Miglieglia e Breno. Al momento dell’iscrizione saranno dati i riferimenti per l’abbigliamento (in base alla temperatura).
ll laboratorio di svolge in forma esperienziale in natura (nel bosco) e utilizza diverse metodologie legate alla danza, al movimento somatico a indirizzo artistico ed ecosomatico, al silenzio.
Siamo parte di questa creazione.
Attraverso il movimento, il cammino e l’ascolto, scemando via via nella vibrazione possiamo scoprire parti di noi e attraverso il movimento, creare e fare poesia.
Un piccolo momento per connetterci, nell’ascolto di sé, degli altri e del creato attraverso il movimento. Praticheremo con e nella terra. Ci metteremo in connessione profonda con la poesia.
L’atelier si svolgerà la domenica e avrà un tematica mensile che sarà esplorata con il cammino, il movimento e l’ascolto.
Se sei un artista dello spettacolo e desideri fare un’esperienza con il tuo gruppo di lavoro, contattami! sarò felice di organizzare insieme!
Se vuoi fare l’esperienza con un tuo gruppo amicale o professionale, o la tua famiglia, contattami sarò felice di organizzare con te.
Se vuoi sperimentare le pratiche in individuale, clicca qui!
CHIAMAMI o scrivimi, sarò felice di organizzare con te!
Sul pianeta SOMA si pratica il movimento somatico a indirizzo ecosomatico. E’ l’esplorazione del nostro corpo-organismo attraverso il vivente.
La definizione è in via di evoluzione, molti la stanno attraversando e abitando. Questa arriva dalla mia esperienza in Rhizoma/le pratiche dell’ascolto. Scuola di formazione in Educazione del movimento somatico a orientamento eco-somatico e artistico condotta da Cinzia Delorenzi.
Il nostro corpo è, ad un livello filogenetico e ontogenetico, un grande IBRIDO, è portare di memorie fin dall’origine, un sedimentarsi di strati evolutivi e caratteristiche degli elementi.
Il nostro corpo è un ecosistema, è un olobionte, ovvero un organismo caratterizzato dalla convivenza simbiotica di più agenti biologici che non condividono lo stesso DNA. Nel nostro caso, umano, convivono cellule, batteri, virus, archea. Siamo un ecosistema e siamo completamente esseri ibridi, portatori di memorie. Siamo ospiti e ospitati.
Siamo esseri ibridi. Ontogeneticamente, filogeneticamente, biologicamente. Ci definiamo per generi e forme ma in ognuno di noi ci sono anche tutti gli altri e tutto il resto. Chiunque tu sia e chiunque io sia, ci apparteniamo, siamo fatti della stessa sostanza.
Sentire che come umani siamo ecosistemi e che facciamo parte di un grande ecosistema, come un albero, un fungo, una formica…apre all’altro da me. Ad accogliere il diverso da me e ad ascoltare ciò che deve manifestare nella sua comunicazione. Non si tratta più solo di conscio o inconscio ma di lasciarsi entrare nella fitta di rete di informazioni e di non sapere, che stanno con, dentro e fuori del me ascoltante. Il sentire è una possibile forma del conoscere. Se sento, è vero, laddove il sentire è frutto di una profonda relazione con sè e l’altro da sè. Siamo parte di questa creazione, come mammiferi, portatrici di memorie e di vite: come me, anche tutti gli altri esseri. Siamo esseri ibridi.
La natura mi concede la possibilità della metafora. Di sentirmi creatura di questo ecosistema, come un albero, un granello, un fungo. Sento il lusso di esprimere lo spazio della poesia con il movimento, con un passo avanti l’altro e la contemplazione. Ho il desiderio (e il compito) di condividere con altri esseri umani questo percorso.
Le pratiche somatiche a indirizzo eco somatico agevolano una riconnessione profonda con il nostro sé e l’ambiente che ci circonda. Siamo parte di questo ecosistema. I confini tra interno e esterno diventano più indefiniti.
Entrare in contatto con gli elementi la terra, gli alberi, l’acqua, l’aria, le stelle e il cosmo riabilità le nostre capacità umane di sentire e di esplorare. Di affidarsi all’intuizione, di incarnarla e di renderla talvolta parola, gesto, silenzio.
Il soma, attraverso la sensazione, può essere esplorato da un punto di vista ontogenetico e filogenetico attraverso l’embodiment, l’ascolto e le pratiche somatiche.
Esplorarsi come esseri viventi e il vivente intorno a sè. La mia filosofa preferita M.Zambrano dice:
“bisogna pensarsi natali oltre che mortali”
Relazionarsi in questa dimensione apre un campo di sapere, conoscenza e sensibilità molto ampio.
I nuovi sviluppi della PNEI (Psico-Neuro-Immuno-Endocrinologia) hanno evidenziato che i neuro peptidi (e i loro recettori) , considerate “molecole psichiche”[1], e i loro recettori sono stati rinvenuti in ogni parte del corpo e non solo nel sistema nervoso: questo significa che l’interno organismo “pensa” che ogni parte cellula o parte del corpo “sente” ed elabora le informazioni psicofisiche e le trasmette ad ogni altro distretto del corpo attraverso una fittissima rete di comunicazioni[2]. “Sentire” questo in relazione agli elementi naturali, sentirisi parte di questo ecosistema come viventi, dischiude il nostro “essere umani”.
Mi piace molto condividere. Quando sono in natura con altri umani e alleniamo questo sentire, mi sento al mio posto nel mondo. Ti invito a venire a sperimentare queste pratiche!
CHIAMAMI o scrivimi, sarò felice di organizzare con te!
margherita.tassi@gmail.com
+41 767028682
[1] Nota: i neuro peptidi trasmettono informazioni ormonali e metaboliche, emozioni e segnali psicofisici veicolando ogni stato emotivo (amore, paura, piacere, dolore,ansia e ira) e le sue complesse sfumature chiamate sentimenti.
[2] S. Manera, Cervello intestino. Un legame indissolubile, MacroEdizioni, 2021
La somatica definisce un campo di studio del corpo attraverso la prospettiva dell’esperienza personale in cui il soma (corpo) è soggetto e non più oggetto.
B. B. Cohen lo definisce così: “Quando il corpo fa esperienza di sé dall’interno, non sono separati ma percepiti come un tutto unico. [1]
La somatica mi accompagna da anni, ho studiato con Cinzia Delorenzi presso la scuola triennale Rhizoma. Le pratiche dell’ascolto. Scuola di formazione in educazione del movimento somatico a indirizzo ecosmatico e artistico. Ho studiato movimento somatico, movimento somatico in contesti naturali, elementi di danza e di creazione, il tocco, anatomia esperienziale, accompagnamento del movimento con le mani, elementi di ascolto. Ho praticato per anni il teatro e nel tempo ho creato una mia propria poetica del movimento e dell’arte perfomativa. Ho lavorato moltissimo in contesti di fragilità che mi hanno fatto scoprire e andare sempre più a fondo dell’umanità dei corpi che abitiamo. Qui trovi una mia breve bio.
Sul pianeta SOMA le vie sono infinite, sconfinate e mutevoli.
Ora ho il desiderio profondo di condividere con altri esseri i miei saperi e le mie passioni e offro sia servizi individuali che atelier di gruppo.
Si percorrono strade, Vicoli, Sentieri, Viali, Calle e autostrade intergalattiche. A volte si è soli, a volte si incontrano compagni di viaggio. A volte si va a piedi, altre si utilizzano mezzi di trasporto e navicelle spaziali. Si incrocia il conosciuto, l’invisibile e a volte anche alieni e sirene.
Sul pianetaSOMA, andiamo errando nelle diverse discipline somatiche, nel movimento e nell’espressione poetica. La pratica fondamentale è l’EMBODIMENT, essere corpo. Percorre, gioire, danzare il proprio corpo.
Vieni a provare! Sarò felice di incontrarti e di condividere con te!
CHIAMAMI o scrivimi, sarò felice di organizzare con te!
margherita.tassi@gmail.com
+41 767028682
[1] B.B. Cohen, Sensazione, Emozione, Azione. Anatomia esperienziale nel Body Mind Centering, Somatica Edizioni, 2008 Ed. italiana a cura di Gloria Desideri e Piera Teatini
inASCOLTO è un incontro individuale in siti naturali: uno spazio di esplorazione che ti accoglie e nel quale scoprire la profonda relazione con il vivente che è in te e di cui siamo parte.
In Natura si risvegliano le nostre capacità di sentire e di affidarci all’intuizione per poterle incarnare e renderle movimento, parola, creazione.
La sessione è esperienziale e sarai invitato/a all’esplorazione, all’ascolto del tuo corpo, al contatto con gli elementi naturali.
La pratica è per tutti/e.
Se hai desiderio profondo di rilassamento e di riconnessione. Se hai bisogno di stare un po’ con te. Se vuoi trattare un argomento a te caro: la natura ti sosterrà alla ricerca profonda del significato di ciò che stai cercando per aprire l’intuizione e l’ascolto affinché ti sia possibile raggiungere una nuova consapevolezza.
ACCOMPAGNAMENTO: sarai accompagnato/a con le pratiche di eco-somatica, il movimento, l’ascolto, la contemplazione, l’embodiment, le parole.
“mi farò conchiglia per testimoniare memoria e restituire l’eco della tua storia”
CHIAMAMI o scrivimi, sarò felice di organizzare con e per te! 0767028682
Foto di Sara Guerrini. Opera d’arte ANNIDARSI di Mya Lurgo
Siamo umani. Siamo esseri ibridi. Siamo parte di questo ecosistema.
E’ l’esplorazione del nostro corpo-organismo attraverso il vivente.
*La definizione precisa è in via di evoluzione e sta prendendo significato grazie a coloro che la stanno abitando.
Entrare in contatto con gli elementi la terra, gli alberi, l’acqua, l’aria, le stelle e il cosmo rinforza le nostre capacità umane di sentire e di esplorare. Di affidarsi all’intuizione, di incarnarla e di renderle parola.
Il sentire, infatti a livello dello sviluppo embrionale è la prima cosa che accade. Nel grembo è la sensazione che muove, come primaria percezione. La funzione è prima della struttura: ovvero il cuore (struttura) arriva successivamente al sangue e al pulsare (funzione).
Con le pratiche di eco somatica il cervello si riposa per lasciare spazio a tutto il resto del sensibile, per lasciare che il corpo faccia. E’ possibile accedere a un altro tipo di presenza che lascia lo spazio e il tempo alla creazione.
Il soma viene esplorato da un punto di vista ontogenetico e filogenetico attraverso l’ascolto e le pratiche somatiche.
Le pratiche somatiche in natura agevolano una riconnessione profonda con il nostro sé e l’ambiente che ci circonda. Siamo parte di questo ecosistema. I confini tra interno e esterno diventano più indefiniti.
Praticheremo insieme movimento, ascolto, contemplazione, passi.
Esploreremo il nostro corpo-organismo in relazione all’ambiente che ci circonda da un punto di vista ontogenetico e filogenetico attraverso l’ascolto e le pratiche somatiche in natura.
Potrai ritrovare una riconnessione profonda e intuitiva con te stesso, con la tua creatività.
Il nostro corpo è un ecosistema, è un olobionte, ovvero un organismo caratterizzato dalla convivenza simbiotica di più organismi. Nel nostro caso, umano, convivono cellule, batteri, virus, archea. Siamo un ecosistema e siamo completamente esseri ibridi, portatori di memorie. Come ci relazioniamo con l’esterno e l’interno partendo da questo concetto? Come può arricchirsi la nostra umanità e/o la nostra creazione e relazione se siamo ecosistema? Come si parlano i due ecosistemi?
Queste esplorazioni sono indirizzate a diverse tematiche a seconda di ciò che il partecipare desidera affrontare con queste pratiche.
PER CHI?
TUTTI: se hai desiderio profondo di rilassamento e di riconnessione con te. Se hai bisogno di stare un po’ con te. Se vuoi trattare un argomento a te caro attraverso le pratiche somatiche in natura. Sarai accompagnato alla ricerca profonda del significato di ciò che stai cercando per aprire l’intuizione e l’ascolto affinché ti sia possibile raggiungere una nuova consapevolezza.
COPPIE: se desideri avere un momento speciale di ascolto da condividere con il tuo partner, questa pratica potrebbe aiutarvi e/o amplificare la vostra connessione.
E’ previsto un colloquio telefonico prima della pratica per indirizzare al meglio la scelta del luogo in cui praticare.
PER ARTISTI DELLO SPETTACOLO: è possibile riservare dei momenti individualizzati per ampliare la tua ricerca. Mi piacerebbe sostenerti per arricchire la tua ricerca. Da un po’ di tempo ho affinato l’EMBODIMENT, l’ECOSOMATICA con altre tecniche. Sarò felice di offrirti testimonianza, consapevolizzare gli strati della ricerca e aiutarti a manifestare.
In base al colloquio è possibile prevedere il sito naturale più indicato.
CHIAMAMI o scrivimi, sarò felice di organizzare con te!
Con gioia condivido con te questo Pianeta con le sue sconfinate vie del corpo.
Su questo pianeta è possibile attraversare le sconfinate vie del nostro corpo attraverso l’embodiment, la somatica, l’ecosomatica, il massaggio, il teatro, la danza e il movimento. Tutto è disponibile sia in atelier di gruppo in sala e in natura che in sessioni individuali di embodiment, in studio e in natura.
pianetaSOMA le sconfinate vie del corpo nasce del desiderio di offrire ascolto, attenzione, dialogo e sensibilità ai corpi che abitiamo.
Le vie sono molteplici, infinite e in continua evoluzione.
Le vie del corpo di questo pianeta sono una fitta rete di pratiche e di passioni che mi accompagnano da tempo.
A volte traccio in solitaria e a volte viaggio con artisti, terapisti, coach, camminatori… con altri esploratori dell’umanità.
Sul PIANETA SOMA, andiamo errando nelle diverse discipline somatiche, nel movimento e nell’espressione poetica.
L’etimologia della parola PIANETA si ricollega al verbo greco πλανάομαι (planàomai) = andare errando, andare di qua e di là.
La via si attraversa. Ed è proprio attraverso il nostro corpo e il movimento, con un approccio gentile, sensibile e creativo, che andremo in esplorazione.
E così è nato il desiderio di offrire ascolto, attenzione, dialogo e sensibilità ai corpi che abitiamo.
Mi piace molto l’ideogramma del verbo ascoltare, che guida le pratiche.
Il 2022 si è aperto con la voglia donare e condividere. Sento forte il desiderio di stare nel mio fiorire e lasciare che la fragranza si possa spargere con gentilezza e delicatezza. Laddove vuole andare senza forzature. Desidero offrire le pratiche e i saperi partendo dal cuore, da ciò che in questi anni mi ha nutrito nel profondo. Da ciò che è la mia terra di ora. Con tutto il suo Humus cosparso di glitter e polvere di stelle.
Sul pianeta SOMA, le vie sono molteplici, infinite e in continua evoluzione. Si percorrono strade, Vicoli, Sentieri, Viali, Calle e autostrade intergalattiche. A volte si è soli, a volte si incontrano compagni di viaggio. A volte si va a piedi, altre si utilizzano mezzi di trasporto e navicelle spaziali. Si incrocia il conosciuto, l’invisibile e a volte anche alieni e sirene.
Clicca qui sotto per scoprire quante cose possiamo fare insieme!
Perchè pianetaSOMA? Ero alla ricerca di un nome che potesse essere il contenitore delle mie pratiche e delle mie passioni. Un nome intuitivo e di facile comprensione: le vie del corpo.
Ho sorriso e riso molto quando l’intuizione arrivò. Arrivò tutto d’un tratto senza preavviso, durante una passeggiata nei maestosi boschi del Malcantone.
All’improvviso tutto si è giustificato: il movimento in natura, in sala, nell’urbano, le pratiche di silenzio, la meditazione, la parola, la scrittura, il teatro, l’estetica naturale, lo studio dell’anatomia cognitiva ed esperienziale, la passione per le erbe e la fitoterapia.
Tutto è diventato mappa coerente, con le sue strade, sentieri selvaggi, maree, semafori, mezzi di trasporto e compagni di viaggio. Esplorazioni sottotraccia e nelle vie intergalattiche, metafore di ispirazione di ricerca. Incontri con alieni e gente di passaggio. Viandanti.
Più espandevo questo nome e più tutto mi appariva chiaro. Più espandevo e più tutto si ampliava fino ad arrivare a comporre un pianeta, il PIANETA SOMA, il nostro corpo, con le sue infinite possibilità, da conoscere, amare, danzare, ascoltare.
Cosa è la somatica? La somatica definisce un campo di studio (molto vasto) del corpo attraverso la prospettiva dell’esperienza personale in cui il soma (corpo) è soggetto e non più oggetto. B.B: Cohen dice: “Quando il corpo fa esperienza di sé dall’interno, mente e corpo non sono separati ma percepiti come un tutto unico. [1]
CHIAMAMI o scrivimi, sarò felice di organizzare con te!
margherita.tassi@gmail.com
+41 767028682
[1] B.B. Cohen, Sensazione, Emozione, Azione. Anatomia esperienziale nel Body Mind Centering, Somatica Edizioni, 2008 Ed. italiana a cura di Gloria Desideri e Piera Teatini
L’embodiment è una delle mie pratiche fondamentali, praticata a diversi livelli e in diversi contesti. Il riferimento di studio principale è Rhizoma/le pratiche dell’ascolto. Scuola di formazione in Educazione del movimento somatico a orientamento eco-somatico e artistico condotta da Cinzia Delorenzi. Insieme a questa ho praticato in diversi gruppi studio e terapeutico. Torno all’embodiment, torno al mio essere corpo, quando sento che posso esplorare il campo della mia vita attraversando le vie somatiche. Per stare nel sentire.
E’ un profondo passaggio di concetto “dall’avere un corpo all’essere corpo.”
Per me, solo attraversando il corpo è possibile conoscere, guarire e fare poesia.
Prendo in prestito le parole di J. Toljia e T. Puig dal libro “Essere Corpo”:
“Il processo di apertura della coscienza che ci permette di uscire dalla riduttiva identificazione con la mente per riconoscerci in una più profonda e tridimensionale col centro del nostro essere è chiamato EMBODIMENT, cioè essere corpo.”
Come risvegliare dentro di noi questa consapevolezza e come attraversare i nostri stati più profondi? Attraverso diverse metodologie riconducibili all’EMBODIMENT e più in generale al campo della somatica è possibile accompagnare il nostro sistema ad una consapevolezza più ampia. Che si tratti di un tema a me caro, di un blocco o di un processo artistico. Attraverso il sentire sensibile somatico, l’ascolto e la percezione ci è data la possibilità di evolvere dentro la nostra umanità.
Sentire che come umani siamo ecosistemi e che facciamo parte di un grande ecosistema, come un albero, un fungo, una formica…apre all’altro da me. Ad accogliere il diverso da me e ad ascoltare ciò che deve manifestare nella sua comunicazione. Non si tratta più solo di conscio o inconscio ma di lasciarsi entrare nella fitta di rete di informazioni e di non sapere, che stanno con, dentro e fuori del me ascoltante. Il sentire è una possibile forma del conoscere. Se sento, è vero, laddove il sentire è frutto di una profonda relazione con sè e l’altro da sè. Siamo parte di questa creazione, come mammiferi, portatrici di memorie e di vite: come me, anche tutti gli altri esseri. Siamo esseri ibridi.
L’allenamento al sentire, l’educare all’ascolto sensibile del vivente invita ed entrare dentro, ad aprire la percezione piuttosto che capire il perché.
A lasciare che la vita si faccia, come (forse) direbbe Maria Zambrano. Questo approccio all’ascolto (sensibile ed esperienziale) del corpo, sostiene la creazione, canalizza e fa evolvere attraverso l’incarnazione, la parola e la nascita di significati condivisi. Significa aprirsi all’inaspettato e lasciare che ciò che vuole rivelarsi, possa manifestarsi. Tessere insieme, essendo al tempo stesso tessuti e tessitori. Lasciare che la forma si riveli, nell’attesa.
L’ecosomatica (=esplorazione attraverso il vivente), predispone i corpi all’apertura di sè-ecosistema come facente parte dell’ecosistema più grande. Entrare in contatto con gli elementi la terra, gli alberi, l’acqua, l’aria, le stelle e il cosmo rinforza le nostre capacità umane di sentire e di esplorare. Di affidarsi all’intuizione, di incarnare e di renderle parola. Il sentire, infatti a livello dello sviluppo embrionale è la prima cosa che accade. Nel grembo è la sensazione che muove, come primaria percezione. La funzione è prima della struttura: ovvero il cuore (struttura) arriva successivamente al sangue e al pulsare. Così aprendoci all’ascolto è possibile lasciare che la forma si manifesti, nell’incarnazione dei corpi. Con le pratiche di eco somatica il cervello si riposa per lasciare spazio a tutto il resto del sensibile, per lasciare che il corpo faccia. E’ possibile accedere a un altro tipo di presenza che lascia lo spazio e il tempo alla creazione.
“Rendersi veramente conto che ogni componente anatomica è presente nel nostro corpo e che, essendo viva può essere accessibile per via esperienziale rappresenta, per chi riesce a coglierne tutte le diverse implicazioni, una profonda rivoluzione nel modo di pensare a se stessi”. Se si considera, infatti, che focalizzando in modo diverso l’attenzione all’interno del corpo cambiano anche lo stato coscienza, ilmodo di pensare, il livello di percezione, la qualità del movimento, della voce e del respiro, si possono intravedere alcune delle molteplici possibilità che si prospettano con questa esplorazione.”[4]
L’apprendimento attraverso l’esperienza e i saperi somatici fa riferimento ai saperi che sono parte del campo del vivente. L’etimologia di sapere è “avere sapore”, di una esperienza quindi sensibile prima che astrattiva e cognitiva.
Il nostro corpo è, ad un livello filogenetico e ontogenetico, è una essere IBRIDO, è portatore di memorie fin dall’origine, un sedimentarsi di strati evolutivi e caratteristiche degli elementi.
La nostra base è la cellula.
Le cellule sono l’unità fondamentale della vita. Sono singole entità viventi, delimitate da membrane composte da lipidi[1]. Gli esseri si classificano in base alle cellule di cui sono composti, ma a livello filogenetico è possibile considerare un’origine comune:
E’ possibile ritrovare la traccia di ciò anche all’interno dei nostri liquidi, in cui è possibile intravedere una somiglianza nella composizione chimica con l’acqua di mare:
E ancora più incredibile è la stretta correlazione tra sangue e clorofilla:
In cui la differenza sostanziale sta “solamente” nella molecola centrale, Magnesio per la clorofilla, Ferro per l’emoglobina.
All’interno infatti del mondo “Eucariota” la cellula di base che compone poi tutti gli altri esseri, è la stessa.
Qui sotto un esempio di eucarioti cellula vegetale, animale e funghi.
Questa comunanza, porta ad avere dentro alle nostre cellule, la memoria di ciò che è stato vissuto per arrivare alla forma attuale. Per l’uomo è la cellula eucariota, che si differenzia nei vari tessuti e nelle varie funzioni.
I nuovi sviluppi della PNEI (Psico-Neuro-Immuno-Endocrinologia) hanno evidenziato che i neuro peptidi (e i loro recettori) , considerate “molecole psichiche”[2], e i loro recettori sono stati rinvenuti in ogni parte del corpo e non solo nel sistema nervoso: questo significa che l’interno organismo “pensa” che ogni parte cellula o parte del corpo “sente” ed elabora le informazioni psicofisiche e le trasmette ad ogni altro distretto del corpo attraverso una fittissima rete di comunicazioni[3]. Anche a livello embriologico lo possiamo cogliere: ad esempio dall’ectoderma (uno dei tre foglietti embrionali) si sviluppa il sistema nervoso e l’epidermide con i suoi derivati.
Detto questo, come umani, siamo comunemente denominati esseri eucarioti ma dentro di noi convivono una quantità enorme di altri esseri. Siamo sia ospiti che ospitati. Siamo un ecosistema. Siamo olobionti. Olobionte è un concetto che descrive un organismo caratterizzato dalla convivenza simbiotica di agenti biologici che non condividono lo stesso DNA. L’essere umano è un olobionte ed è a tutti gli effetti un ecosistema. Nel corpo umano gli altri esseri sono pari o superiori alle cellule! E conviviamo in un ambiente che si alimenta attraverso il respiro e la nutrizione. Nutrendosi di ciò che è altro da sé. Non siamo solamente portatori di memoria, siamo ospiti di altri esseri. Dentro di noi vivono cellule eucariote, batteri, archea, funghi e virus. Siamo il loro ambiente.
La pratica per entrare in connessione e lasciare che ciò che debba manifestarsi si riveli, fa riferimento a una pratica epistemica chiamata epoché (=trattenere, sospendere, arresto degli astri). Fare epochè significa sospendere la validità delle conoscenze già definite e mettere in parentesi ogni assunzione delle scienze obiettive, ogni presa di posizione critica intorno alla verità, ogni idea di conoscenza obiettiva[5]. La filosofa M. Zambrano da sua questa pratica epistemica e va oltre questo: per attualizzare questa pratica è necessario che l’anima stessa stia in ascolto spoglia di ogni orpello e un cuore capace di sentire positivo che solo predispone per addentrarsi intensamente alla vita[6]. Per lasciare che si riveli ciò che deve manifestarsi attraverso di noi, l’epoché viene esercitata nella forma del saper attendere, nel silenzio, nella collettività, con l’embodiment, con l’intuizione, attraverso l’ascolto. Incarnando la visione che vuole manifestarsi mettendosi a disposizione predisponendosi in una povertà di giudizio e con la meraviglia.
Ciò che soggiace, è la pratica quotidiana della ragione materna. E’ una ragione feconda, generativa, dell’attesa, del lasciare che la vita si faccia, del sentire connesso alla vita, in relazione amorosa verso le cose e che sceglie la poesia per dare voce ai pensieri. La ragione materna è generativa, in ascolto e in accoglienza del vivente. Ed è così che rivela. E spesso comunica in forma poetica laddove la metafora diventa luogo di risignificazione creativa che lascia spazio al sensibile e vive del presente, ispirandosi.
Nel nostro presente, sempre in Zambrano trovo di grande utilità, dentro alla ragione materna, soggiace il concetto dell’essere natali oltre che mortali, abbiamo la possibilità di nascere continuamente. Ognuno di noi è portatore del sacro, è resiliente e promesso a nuove nascite.
Attraverso l’esperienza dell’EMBODIMENT a indirizzo eco-somatico è possibile sperimentare tutto questo. Essere le nostre cellule è una grande opportunità! Attraverso l’embodiment è possibile ampliare la nostra consapevolezza dell’interno di noi, anche andando all’unità più piccola, attraverso la percezione, il tocco, la sensazione.
[1] P. Nurse, Che cosa è la vita?, Mondadori, 2020
[2] Nota: i neuro peptidi trasmettono informazioni ormonali e metaboliche, emozioni e segnali psicofisici veicolando ogni stato emotivo (amore, paura, piacere, dolore,ansia e ira) e le sue complesse sfumature chiamate sentimenti.
[3] S. Manera, Cervello intestino. Un legame indissolubile, MacroEdizioni, 2021
[4] J. Tolja, R. Puig, Essere Corpo, Tea Edizioni, 2016
[5] L. Mortari, Un metodo A-metodico – La pratica della ricerca in Maria Zambrano, Liguori Edizioni, 2006, pag. 37